Scelta del pacco di scambio

I pacchi di scambio, altrimenti detti pacchi di riempimento (filling pack), di una torre evaporativa vanno selezionati attentamente in relazione alla qualità dell’acqua ma anche alle temperature di lavoro, onde evitare che temperature troppo alte li deformino se non addirittura li sciolgano.
In genere una torre lavora con temperature medie di ingresso pari a 40/50° C, caso che ricomprende tutti gli impianti asserviti con condensatori di gruppi frigoriferi. In tutti questi casi un riempimento in PVC resta una valida e ottima scelta, sopportando temperature fino ai 55-60° C.

Al di sopra di queste temperature, il PVC letteralmente si scioglie, denunciando pertanto i suoi limiti in impianti dove, per il genere di lavorazioni, a causa di sovratemperature da improvvisi carichi termici momentanei di processo o per errate manovre degli operatori, la torre sia esposta a possibili flussi molto caldi. In tal caso, e in generale se non si conoscono con precisione i limiti termici di lavorazione dei processi, è opportuno optare fin dall’inizio per un riempimento in polipropilene, adatto a temperature fino a +85 / +90° C. Si tratta di un tipo di riempimento più costoso ma che scongiura danni che comportano gravi conseguenze sul corretto funzionamento della torre.

Infine, per temperature che superano i 90° C, le scelte disponibili restano l’acciaio inox o il legno.

Un altro fattore da valutare nella scelta del pacco di scambio in una torre evaporativa, è il tipo di acqua che circola nella torre e quanto questa è sporca. Infatti ci sono numerosi processi produttivi che immettono solidi sospesi nell’acqua di raffreddamento, come nel caso di:

  • Industrie alimentari e di concentrazione
  • Cartiere

  • Acciaierie
  • 
Trattamenti termici

Si tratta di industrie che non richiedono acqua estremamente fredda per il loro raffreddamento di processo, per cui una torre evaporativa resta la soluzione ottimale. Un pacco di riempimento classico però si intaserebbe in tempi molto brevi, richiedendo continua manutenzione. Pertanto in questi casi bisogna optare per un tipo di riempimento a film anti-intasamento, invece del tipo a splash, studiato in maniera tale da assicurare un passaggio più largo ad aria e acqua. Infatti, ad esempio in una cartiera, l’acqua da raffreddare trascina con sé flocculi e filamenti che provengono dal feltro usato per produrre la carta. Oltre a pacchi anti-intasamento, questo genere di applicazione richiede anche una struttura rinforzata con supporti robusti, che siano in grado di sostenere il peso dei sedimenti che comunque si depositano nella torre prima di essere drenati.

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