Prime surface heat exchangers

Ho parlato proprio ultimamente degli scambiatori TCOIL, in quanto scambiatori molto speciali, flessibili e customizzabili.

In italiano mi sono posto spesso il problema di come chiamarli:

  1. scambiatori a piastre, si confondono con un altro tipo di prodotto
  2. scambiatori ad immersione, subito pensiamo ad un serpentino immerso ed oltretutto non è la sua unica applicazione
  3. scambiatori clamp-on, torniamo al punto 2, non è l’unica applicazione
  4. scambiatori a superficie, ma che cosa vuol dire?

Alla fine mi sono arreso ed ho inventato un acronimo, TCOIL appunto, descrivendolo come scambiatore di calore ad immersione e contatto.

Una definizione che vuol dire tutto ed il contrario di tutto, ma a volte la lingua italiana ci spiazza.

In inglese vengono definiti come da titolo prime surface heat exchanger, che tradotto suona come scambiatore di calore a superficie primaria…non mi convince nemmeno questa.

In sostanza ci troviamo di fronte ad un prodotto così particolare e flessibile che una unica definizione gli va stretta.

Bando alle ciance, nelle fotografie  che riporto di seguito potete vedere due applicazioni molto diverse, ma entrambe decisamente interessanti:

la prima illustra un evaporatore ad espansione diretta, per inserimento in colonne di trattamento, per la condensazione ed il recupero di grassi animali.

 Qui sotto particolare del distributore del freon:

La seconda va guardata con attenzione, infatti può sembrare un banale fondo bombato incamiciato. Guardando le immagini con la dovuta cura, si nota la complessità e la particolarità della lavorazione e dell’esecuzione.

Lascio a voi il giudizio.

ps.: stiamo parlando di un 10/10 su 80/10 mm….!!!

…probabilmente vi siete stancati di leggere tutto quello che ho scritto…in ogni caso se siete riusciti ad arrivare fino a questo punto, vi pongo qualche domanda:

  • voi come chiamereste i TCOIL?
  • vi sono piaciute queste applicazioni speciali?
  • cosa ne pensate?
Pubblicato in Scambiatori a piastre, Scambiatori ad immersione, Scambiatori saldati, tcoil

2 commenti su a “Prime surface heat exchangers

  1. Buongiorno Nicola e grazie per il contributo.
    In effetti questa applicazione è insieme a quelle nel settore lattiero caseario una di quelle più diffuse.
    Abbiamo numerosi clienti in Italia ed all’estero che utilizzano queste piastre.
    La versatilità del prodotto le fa divenire decisamente interessanti per una serie di applicazioni differenti che citavo nel testo.
    Per quanto riguarda la quantificazione dei valori di scambio globali, i famosi “K”, il nostro ufficio tecnico ha acquisito nel corso degli anni una lunga e variegata esperienza, che ci consente di approcciare molti progetti, su applicazioni decisamente speciali e custom.
    Mi fa piacere che apprezzi il nostro blog.
    Continui a seguirci.

    cordiali saluti,
    valter

  2. Egr.sig. Biolchi,
    lavoro da tanto nel settore enologico e tali tipi di scambiatori sono serviti (e servono) per il controllo delle temperature di fermentazione dei mosti/vinacce.
    Sono realizzate con lamiere normalmente stampate o gonfiate con geometrie a punti quasi sempre sfasati-
    Sono adoperate intorno ai contenitori inox o fondi bombati o conici e le abbiamo chiamate “camicie di refrigerazione” ,in altri casi, con due lamierini accoppiati tipo sandwich, si sviluppano in lunghezza e sono immerse e fissate direttamente nelle vinaccie e mosti contenuti nei contenitori inox (sempre per controllo fermentazione )e le abbiamo chiamate semplicemente “piastre immerse”-
    Sono “scambiatori” semplici, il difficile è quantificare i loro “K” totali, le variabli sono numerose nel settore.-
    Complimenti per il blog, ho attinto anche alcune considerazioni sugli scambiatori a tubi usati anche nel settore enologico.-
    Saluti cordiali.
    N.

Scrivi una risposta

*