Regolazione fine dell’energia

 Molti processi produttivi necessitano di sistemi di riscaldamento e/o raffreddamento, ma altrettanti necessitano di una termoregolazione o termostatazione, ovvero di un corretto controllo della temperatura durante alcune fasi delicate dei cicli di lavorazione.

Alcuni esempi sono:

  • cicli di pastorizzazione alimentare
  • cicli produttivi nell’industria chimico/farmaceutica
  • stampaggio delle materie plastiche e della gomma
  • cicli termici di tempra dei metalli
  • processi di spalmatura dei tessuti
  • lavorazioni di accoppiamento nei settori plastici e/o tessili
  • calandratura di laminati plastici

Per tutti questi processi e per molti altri ancora, vengono impiegate speciali unità premontate su skid, che sono equipaggiate di scambiatori di calore, vengono asservite da caldaie e sistemi di raffreddamento (chiller, torri evaporative, free cooler), ma sono corredate da sistemi automatici di regolazione della temperatura e valvole di regolazione, pilotate da sistemi più o meno intelligenti e sofisticati, secondo una logica (PID proporzionale integrativo derivativo).

Si tratta in pratica di sistemi che sulla base di determinate impostazioni, permettono di ottenere un controllo preciso della temperatura di un processo produttivo, tenendo in considerazione inerzie, masse ecc…

Tipicamente quando le utenze richiedono grosse potenzialità, queste unità skid package, sono costituite da due, tre o più scambiatori di calore (a seconda dei livelli di temperatura che si devono garantire), alimentati rispettivamente da:

  • vapore o olio diatermico (sezione di riscaldamento)
  • acqua di torre evaporativa (raffreddamento fino a 30°C circa)
  • acqua gelida da chiller (primo raffreddamento fino a 10°C)
  • soluzione incongelabile, acqua glicolata in varia percentuale (raffreddamento fino a -30°C)
  • azoto liquido (raffreddamento spinto <-30°C)

tutte le sezioni sono asservite da valvole modulanti con attuatori elettrici o pneumatici, dotate di posizionatori, che funzionano secondo una logica gestita da PLC o termoregolatori elettronici.

Quando invece le utenze sono di piccola/media potenzialità, le centraline di termoregolazione hanno sezioni di riscaldamento possono essere autonome di tipo elettrico (resistenze corazzate), con sezioni di raffreddamento a scambiatori di calore, asservite da acqua di torre o chiller e la gestione viene effettuata con termoregolatori elettronici ad azione PID, con porte di comunicazione per remotare i segnali.

Tutte queste tipologie di apparecchiature sono sicuramente realizzzate in conformità alla normativa PED, CE e possono essere realizzate anche in esecuzione ATEX per ambienti esplosivi, che richiedono apparecchiature antideflagranti.

I range di lavoro, a seconda dei fluidi utilizzati, passano dalle estreme basse temperature -50°C ad alte temperature +350°C ed oltre.

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