Scambio termico ad hoc

Sebbene il mercato ci sottoponga prodotti di sempre più largo consumo, ovvero standardizzati, in qualsiasi campo si cerca l’alternativa più adatta alle nostre esigenze.

Nel settore dello scambio termico, ci sono applicazioni dove degli scambiatori di calore standard vanno più che bene, anzi sono stati progettati appositamente per questa applicazioni standard, tipo:

  • teleriscaldamento
  • caldaie
  • refrigerazione

solo per citare tre casi più eclatanti.

ci sono però tutta una serie di applicazioni che richiedono degli scambiatori di calore e delle apparecchiature appositamente studiate e realizzate per adattarsi al meglio alle caratteristiche richieste dal processo o semplicemente dal prodotto.

In questi casi. la possibilità di adattare l’apparecchio alle necessità, diventa una prerogativa imprescindibile.

Per queste applicazioni esistono degli scambiatori di calore (è di questi che voglio parlare), che si adattano ottimamente allo scopo, sto parlando degli scambiatori a piastre di tipo TCOIL, che essendo un prodotto nato “custom”, segue ottimamente la filosofia Tempco della SCF Standard Custom Flexibility.

Infatti questi apparecchi, nascono da un prodotto standard a magazzino, ma vengono “shapati” in funzione della necessità specifica del processo del cliente.

I campi di applicazione sono i più disparati:

  • termostatazione di vasche
  • termostatazione di serbatoi e macchine chimico farmaceutiche
  • termoregolazione di stampi
  • riscaldamento/raffreddamento di prodotti finiti
  • vulcanizzazione settore gomma
  • scambiatori di calore e recuperatori per fumi

…mi fermo perchè le applicazioni che mi vengono in mente sono veramente tantissime.

Il tutto con costi di realizzazione decisamente contenuti.

Pubblicato in Energia Termica, Raffreddamento, Riscaldamento, Scambiatori di calore

2 commenti su a “Scambio termico ad hoc

  1. Buongiorno Michele,
    conosco le stufe tirolesi, soprattutto per motivi “di vacanza”.

    A mio modesto parere, si potrebbe pensare di inserire:
    -tubazioni in acciaio sul perimetro/base della camera di combustione, all’interno delle quali far passare acqua
    -piastre con conformazione simile a quanto sopra.

    magari è una idea folle…

  2. Le sottopongo un quesito a sfondo ‘ecolgico’.
    L’ambizione e’di recuperare il calore delle stufe tirolesi, costruite in maiolica e refrattario.
    La camera di fuoco poggia quasi sempre su una spessa lamiera che – dato l’isolamento del materiale refrattario – conosce al massimo temperature di 200-300 gradi centigradi.
    Di principio le stube erogano il loro servizio sul lungo periodo sfruttando la capacita’ termica del materiale, a fuoco spento. Durante la fase di attivita’ solo una parte del calore sprigionato riesce ad essere utilizzato, di qui l’idea di sottrarre parte di questo calore per alimentare altri servizi domestici. Arrivo al quesito: quale tecnica costruttiva puo’ essere indicata per un scambiatore ad acqua/piastra ? Sara’ possibile ralizzarne a costi abbordabili ?

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