Olio diatermico ad alte temperature

Spesso ho parlato di centraline di termoregolazione, unità che vengono utilizzate per la regolazione fine della temperatura nei processi industriali.

La termoregolazione comporta cicli di riscaldamento e di raffreddamento, oppure anche semplicemente un mantenimento di una data temperatura nel tempo, mentre le varie fasi del processo produttivo, asportano o apportano calore al fluido, inducendo nella centralina cambi di funzionamento:

  • riscaldamento
  • raffreddamento
  • mantenimento

…il tutto “regolato” da strumenti elettronici PID, magari self tuning, con remotazione dei set point ed a volte con rampe di salita e discesa impostabili…

Molte volte questi processi richiedono temperature elevate. Per questo esistono centraline che funzionano con:

  • acqua calda, fino a 90°C
  • acqua surriscaldata, tipicamente fino a 140°C
  • olio diatermico, fino a 350°C

Mi voglio soffermare sull’olio diatermico, in quanto merita un discorso ed una trattazione attenta, soprattutto nella scelta dei componenti delle centraline.

In pratica possiamo distinguere due tipologie di impianto:

  1. a vaso aperto
  2. a vaso chiuso

Diciamo che nella maggioranza dei casi, le nostre centraline ad olio diatermico, rientrano nella prima fascia.

In questa fascia, possiamo distinguere altri due livelli di distinzione, legati alle temperature:

  1. centraline ad olio diatermico fino a 180/200°C
  2. centraline ad olio diatermico oltre i 200°C fino a 350°C

In pratica cosa distingue queste due fasce di apparecchiature:

La pompa di circolazione e gli scambiatori di raffreddamento.

Infatti, mentre le resistenze elettriche, sostanzialmente cambiano poco e comunque la loro tipologia incide sul costo in modo poco sensibile, le pompe di circolazione dell’olio e gli scambiatori, diventano elementi critici e costosi dell’insieme.

Nella realizzazione delle nostre centraline ad esempio, quando passiamo alla versione oltre 200°C selezioniamo per le piccole/medie portate, pompe a trascinamento magnetico, in pratica ci leviamo il pensiero della tenuta meccanica, vero punto critico a queste condizioni di funzionamento. Su portate più elevate, si passa a pompe speciali realizzate con tenute meccaniche resistenti ad alta temperatura, flussate.

Per gli scambiatori, selezioniamo apparecchi che ne permettano l’impiego a queste temperature, tipo i saldobrasati nickel, oppure i fully welded.

Vi sono poi tutta una serie di accorgimenti costruttivi, atti a rendere sicura ed affidabile la centralina, che a queste temperature è decisamente una apparecchiatura impegnativa. Se poi i cicli di raffreddamento diventano importanti, si adottano sistemi di raffreddamento misti, che rendono maggiormente affidabile il funzionamento dell’unità nel tempo.

Pubblicato in centraline di termoregolazione, Energia Termica, Riscaldamento, Termoregolazione

52 commenti su a “Olio diatermico ad alte temperature

  1. Buongiorno Luisa,
    grazie per il commento, la tua osservazione è corretta.
    Lavorando spesso ad elevate temperature, utilizziamo o suggeriamo gli olii della Solutia (ora Eastman)
    Puoi trovare molte info nel loro sito: https://www.therminol.com/
    Hanno anche un ottimo software di selezione, con i dati fisici e le schede tecniche dei prodotti: https://www.therminol.com/resources/heat-transfer-calculators
    Spero queste info ti siano utili.
    In Italia sono distribuiti da http://www.carini.it/prdDiatermici.asp

  2. Buongiorno
    Stò progettando una stufa ad accumulo,generalmente utilizzo la pietra per avere l’effetto accumulo,ma è un pò che penso all’olio diatermico come sostituto.
    Il mio progetto prevede una camera di combustione sigillata ed avvolta a sua volta da un rivestimento che farebbe anche da serbatoio per l’olio.
    Le temperature delle superfici si aggirerebbero dai 250 ai 500 gradi e con questo calore unito al peso dell’olio pensavo di creare un accumulo.
    Sarebbe possibile?
    Se si in che nodo?
    ….ovviamente in sicurezza!
    Il tutto andrebbe a vista in un appartamento
    Grazie del vostro tempo.
    Marcello

  3. Ciao Daniel,
    è sicuramente un buon sistema, lo si adotta anche nei reattori farmaceutici per raggiungere temperatura elevate senza dover pressurizzare i serbatoi o i reattori.

    Buon lavoro, cordialmente
    valter

  4. ciao, sto valutando di portare ad ebollizione 600 litri di acqua,usando una vasca con un intercapedine sia sul fondo e ai lati, facendo passare dell’olio caldo!!!
    Cosa ne pensi?

  5. Buonasera Renato,
    la differenza tra le due soluzione è legata alla velocità di riscaldamento.
    Considerando attentamente quello che scrive “alimenti molto delicati”, mi sentirei di suggerire una vasca completamente incamiciata, in modo da poter tenere l’olio diatermico ad una temperatura più bassa, ovvero con una temperatura di parete bassa, in modo da non danneggiare le caratteristiche organolettiche degli alimenti stessi (se fossero termosensibili).
    Per il resto:
    buona norma costruttiva, sfiato, con piccolo serbatoio di espansione, vaso aperto.
    ci contatti se le serve qualche ulteriore chiarimento.
    Un cordiale saluto, valter

  6. Ho visto che per riscaldare o cuocere gli alimenti vengono usate vasche con intercapedine contenete olio diatermico. Ho un’esigenza di questo tipo dove devo cuocere degli alimenti molto delicati. La mia vasca e circa di cm 50 x 70 x 20H la intercapedine devo farla su tutta la superficie (doppia vasca) oppure solo sul fondo?L’olio diatermico deve riempire tutta l’intercapedine o c’e’ una percentuale di vuoto? Bisogna mettere una valvola di sfiato (di sicurezza)? Grazie. Renato Bedin

  7. Buongiorno Marco,
    certamente alle basse temperature, conviene mantenere in marcia le pompe, relativamente alla cristallizzazione dell’olio, può sentire direttamente il fornitore dell’olio diatermico se ha delle prescrizioni al riguardo.
    Personalmente mi comporterei in questo modo.
    cordiali saluti,
    valter

  8. Salve, Valter
    La ringrazio per la risposta, ha capito perfettamente.
    In giro ho letto che le pompe devono restare accese per evitare la cristallizzazione dell’olio diatermico che a avviene quando l’olio fermo scende sotto i 15°C.
    Riesce a darmi un suo parere in merito?

    Grazie.

  9. Buongiorno Marco,
    Non mi risulta che le pompe debbano essere sempre accese.
    A caldaia spenta ed impianto fermo, si possono fermare anche le pompe.
    Diverso se si sta lavorando e la caldaia è ferma per raggiunta temperatura. Le pompe devno mantenere in circolazione l’olio, per consentire ai sensori di far ripartire la caldaia all’abbassamento della temperatura.
    Spero di aver capito correttamente ed aver risposto alle sue esigenze.
    Cordialmente
    valter

  10. salve
    mi sapete dire perchè le pompe di circolazione di una caldaia ad olio diatermico devono essere sempre accese, anche quando la caldaia è spenta? grazie.

  11. Buongiorno Andrea,
    non conosco questa tecnica. Dal punto di vista funzionale quelli che dice è corretto, però non saprei come influisce con la normativa PED.
    A senso logico, rientra nei serbatoi in pressione…mi spiego, anche i reattori farmaceutici, che vanno spesso sotto vuoto, sono sottoposti alla PED.
    Potrebbe sentire un professionista per avere maggiori informazioni al riguardo.

    cordialmente,
    valter biolchi

  12. Buongiorno Valter
    In realtà la mia idea era di riempire il rullo, portarlo ad una temperatura superiore a quella di esercizio a vaso aperto, quindi sigillare il rullo e bloccare il termostato alla temperatura di esercizio.
    All’interno del rullo si crea una bolla di vuoto ed il rullo non andrà mai in pressione.
    questo tecnica costruttiva è spesso usata dai produttori di mangani,
    quello che non so è se ci devono essere altri accorgimenti tecnici o certificazioni di sicurezza
    distinti saluti
    Andrea Brombal

  13. Buonasera Andrea,
    trattandosi di apparecchiatura in pressione, a mio parere rientra nella PED.
    Come tutti gli apparecchi in pressione, la relativa certificazione e costruzione dipende dalla pressione di progetto e dal volume.

    Se le servono maggiori informazioni, mi contatti.
    cordiali saluti ed auguri di Buone Feste,

    valter biolchi

  14. Buon giorno Valter
    Dovrei realizzare un rullo riscaldato a circa 200 C° per la stiratura di tessuto in continuo. Visto le ridotte dimensioni (diametro interno da 120-200mm) ed il posizionamento in macchine che necessitano una facile installazione, vorrei realizzare il rullo a vaso chiuso.
    Quali sono le normative di riferimento per questo tipo di impianti? L’impianto necessita di particolari certificazioni?
    cordiali saluti
    Andrea

  15. Buon giorno, sto realizzando un piccolo impianto per la produzione di Birra, ero interessato ad riscaldare il tino di bollitura con olio diatermico, mi può mandare un piccolo schema di come è fatto un impianto a olio diatermico, e cosa si intende a vaso chiuso o aperto.
    Grazie

  16. Buonasera,
    avremo ca. 35 m3 di olio diatermico da ritirare c/o un impianto dismesso.. gentilmente saprebbe indicarmi qualcuno che potrebbe essere interessato a valutarne l’acquisto ?!

    La ringrazio anticipatamente per la risposta

    cordiali saluti
    Dario Berto

  17. Gentile dottor Bolchi,
    stiamo valutando la realizzazione di un sistema di storage ad olio diatermico per lo stoccaggio di energia da un impianto solare a concentrazione di piccola-media taglia (output acqua in pressione a max. 200°C).
    Il nostro obiettivo è stoccare energia alla massima temperatura possibile e spillare secondo le necessità (calore di processo per uso industriale).

    E’ a conoscenza di aziende che possono assisterci per la valutazione del serbatoio (e accessori annessi) più adatto?
    Ritiene che le competenze tempco possano essere utili per tale sezione di impianto o le successive (produzione del vettore energetico specifico richiesto dall’utenza)?

    La ringrazio anticipatamente per la risposta.

    Cordiali saluti
    Marco Perna

  18. Giuseppe Zanoni dice:

    Gentilssimo,
    dove posso trovare un olio diatermico tipo Thermex 32 o lo stesso thermex 32?
    Grazie e cordialità

  19. buongiorno Armando,
    mi fa piacere che tu abbia trovato supporto in queste pagine.
    Sicuramente l’aumento di sezione del tubo è una ottima soluzione.
    la temperatura nel vaso dipende da come funzionerà il tuo impianto.
    se la temperatura impostata rimane praticamente invariata, ad un riscaldamento iniziale, seguirà un lento ma costante raffreddamento dell’olio nel vaso di espansione fino a stabilizzarsi ad una temperatura di 60/80°C.
    se viceversa la temperatura del processo cambia in continuazione, sarà utile prevedere un sistema di raffreddamento del tubo, in quanto le polmonazioni dovute alla dilatazione/contrazione del volume dell’olio, manterrebbero elevata la temperatura nel vaso.
    Spero ti sia utile quanto sopra e ti auguro buon lavoro,
    valter

  20. ciao Walter sto perfezionando un impianto a olio diatermico che mi è riuscito bene anche grazie ai tuoi preziosi consigli
    adesso mi sto adoperando alla sost. del vaso d’espansione nonchè carico dell’impiantino e stavo pensando di aumentare di diametro il tubo di carico portandolo da 1/2a 1° questo per tenere di più la pompa sotto battente
    (unica preoccupazione che mi salga di più la temperatura nel vaso)e quindi allontanare ulteriormente il vaso dal generatore
    che ne dici !!!!!
    grazie e buona domenica
    Armando Riccio

  21. Sandro Pastorello dice:

    Ciao Valter, volevo solo complimentarmi con te per il tuo blog ben curato e ricco di informazioni interessanti.
    Buona giornata
    Sandro Pastorello

  22. Buongiorno Ennio,
    grazie per averci contattati.
    una soluzione simile si può realizzare con le piastre serie TCOIL.
    Per il dimensionamento, possiamo verificare i dati di funzionamento per capire le dimensioni.
    Le invio una email di contatto.

    Cordiali saluti e buon lavoro,
    valter biolchi

  23. Buongiorno,
    vorrei realizzare una termo-formatrice per imballaggio bottiglie. Il sistema è composto da una camera, riscaldata da resistenze elettriche, mantenuta a temperatura costante pari a 220°C e attraversata da un nastro trasportatore. Vorrei sostituire le resistenze con degli scambiatori ad olio diatermico da montare sulle pareti laterali. Vorrei sapere quindi se l’idea è realizzabile e nel caso che tipo di scambiatore potrei utilizzare (e magari come dimensionarlo).
    Grazie in anticipo per la disponibilità,

    Ennio

  24. Buongiorno Chiara,
    grazie per averci contattati.

    Sicuramente l’olio le eviterebbe il problema dell’evaporazione.
    Consideri che porta in dote alcuni problemi che complicano un po’ le cose:
    -odore
    -sporcamento
    -un minimo di fumo che potrebbe generarsi
    -costi (!)

    Esistono olii adeguati ad applicazioni di questo genere, ma so che hanno costi elevati.
    Può provare a sentire direttamente la società Pietro Carini di Milano, sono degli specialisti nell’ambito dei fluidi di riscaldamento.

    Buon lavoro, cordialmente
    valter biolchi

  25. Buongiorno, sono Chiara e le chiedo un informazione.
    Dispongo di una vasca di acciaio con una resistenza immersa nell’ acqua che provvede al riscaldamento di essa.
    Faccio candele ad intaglio e devo avere la cera sempre calda per fare le immersioni e poi la lavorazione.
    Posso sostituire l’acqua con oli diatermici?
    Eviterei forse la continua evaporazione dell acqua e la temperatura sempre costante viste le basse temperature di utilizzo della cera dai 60 agli 80 gradi?
    Se fosse fattibile il tutto dove posso reperire gli oli?
    La ringrazio del suo prezioso tempo.
    Distinti saluti
    Chiara

  26. @Sig.Biolchi:
    buongiorno . . .
    a noi servirebbe un fluido che arrivasse a 400°.410°C !
    Sarà possibile ?
    mi risponde a 1/2 mail p.f. ?
    merci

  27. BUONGIORNO VALTER POTRESTI DARMI QUALCHE AZIENDA DOVE POTER ACQUISTARE UNA POMPA MAGNETICA
    LAVORO CON OLIO DIATERMICO INTORNO AI 300°
    TI RINGRAZIO
    E SALUTO CORDIALMENTE

  28. Buonasera Simona,
    grazie per averci contattati.
    In caso di presenza di acqua nell’olio diatermico, si evidenziano alcuni problemi:
    -formazione di schiume nel vaso di espansione
    -cavitazione delle pompe di circolazione.

    So che ci sono aziende che si occupano di controlli sugli olii diatermici.
    Può provare a sentire la società Carini di Milano

    cordiali saluti
    valter biolchi

  29. Ho dubbi che possa essere presente della umidità nell’olio diatermico di un impianto nella mia azienda.
    Il dubbio nasce dalla perdita di efficienza in raffreddamento. Come si fa a misurare la presenza di umidità nell’olio?

  30. Buongiorno Armando,
    90 kg di olio non sono tantissimi, potrebbe utilizzare il vaso di espansione come se fosse un piccolo polmone di stoccaggio.
    Solitamente la tubazione di ritorno è di diametro maggiore rispetto alla mandata, proprio per diminuire le perdite di carico sul lato aspirazione della pompa.
    In effetti la totalità delle pompe (soprattutto quando si sale di taglia), hanno la bocca di aspirazione maggiore di quella di mandata, per motivi idraulici.
    Esiste un bel libro che fornisce spiegazioni piuttosto semplici al riguardo: “Macchine idrauliche” di Cavalli ed. Hoepli.
    Per poterle dare qualche “dritta” dovrei capire come è realizzato l’impianto. Il vaso di espansione dove è posizionato? si può mettere collegato direttamente alla tubazioni di aspirazione della pompa, in modo che la tenga sotto battente?

    Un saluto, Valter Biolchi

  31. grazie per la rapida risposta ,e con questo mi permetto di darle altri dati:
    per il serbatoio di stoccaggio e come dice lei intendevo lato olio diatermico….considerando che l’impianto a pieno carico e di circa 90kg di olio.
    per la pompa ci siamo completamente trovati in sintonia anche se vedendo alcune pompe in vendita hanno l’aspirazine più larga della mandata
    (è importante)visto che io in uscita e entrata sono a 1’… puo determinare questo il fatto che la pompa vada in cavitazione e se no a suo parere quale puo essere la causa
    grazie

  32. Buona giornata Armando, grazie per averci visitati.
    1) Per il serbatoio di stoccaggio olio, non le so rispondere, dovrei conoscere meglio l’impianto. Intende lato olio diatermico?
    2) Corretto, che sia nel punto più alto ovviamente…
    3) fatta una rapida verifica, con i dati che mi ha passato, ipotizzando un circuito con qualche valvola/curva/te ecc… perdite di carico attorno a 0,3 bar (per 15 mt) se fosse andata e ritorno, ovvero 30 mt…raddoppi il valore.
    Considerando anche le perdite di carico dello scambiatore, può dimensionare la pompa.
    Un cordiale saluto,

  33. buongiorno sig.valter avrei da porle questi quesiti
    sto realizzando un impianto a olio diatermico da 102kw
    che andra a sevire una friggitrice in continuo ,quindi a mezzo scambiatore
    1)ci sono problemi se non monto il serbatoio di stoccaggio olio
    2)l’impianto è a vaso aperto quindi sfrutto il vaso per caricare il generatore
    3)considerando che il generatore ha bisogno di 5 mt3h e che dal generatore posto in alto con una pendenza di circa 3 mt rispetto alla friggitrice va a servire lo scambiatore con tubazione da 1 1/4 a circa 15 metri
    saprebbe indicarmi che tipo di pompa andrebbe montata
    portata prevalenza ecc.. la ringrazio e le auguro buona giornata

  34. Buongiorno,per quanto riguarda l’olio diatermico io mi sono sempre affidato a Ma.co.srl.
    Sono dei professionisti seri e mi hanno sempre risolto ogni problema.
    Se vi serve contattarli posso inviare tramite mail il numero di telefono della persona responsabile

  35. Buongiorno Alberto,
    sicuramente una volta stabilita la potenzialità di riscaldamento è fattibile.
    Vedo possibili problemi nel far circolare olio diatermico nelle tubazioni dove passava vapore.
    Consideri che l’umidità nell’olio è fonte di numerosi problemi e malfuzionamenti:
    cavitazioni
    schiume

  36. Buongiorno,attualmente per la fusione di paraffina e stearina utilizzo il vapore generato da una caldaia ormai obsoleta;cercando delle alternative al vapore,ho pensato di utilizzare olio diatermico scaldato da resistenze elettriche e quindi immesso nelle serpentine già esistenti, dove ora passa il vapore. Le vasche da scaldare sarebbero due:una con dimensioni interne cm.68X192 e altezza cm. 96, l’altra con dimensioni interne cm. 61X97 e altezza cm. 130; la temperatura di esercizio
    della paraffina durante la lavorazione è di 60 °C, e in certe fasi di
    lavorazione è necessario alzare repentinamente la temperatura di 10-15°C .
    Le chiedo se con le caratteristiche sopra dettagliate il progetto sia fattibile, e a chi posso rivolgermi per la realizzazione dello stesso (scrivo dalla provincia di Novara). Mi perdoni se quanto descritto possa essere approssimativo, ma le mie conoscenze tecniche sono scarsissime. La ringrazio per la Sua considerazione.
    Distinti saluti

  37. Buonasera Alberto,
    Non so se degli scambiatori in alluminio siano indicati per questa applicazione.
    A mio avviso è più indicata una soluzione con tubi alettati in acciaio al carbonio.
    Se mi invia i dati a mezzo posta elettronica, le posso far preparare un dimensionamento.

    Cordiali saluti.

  38. Alberto Scarpello dice:

    Buongiorno,
    vorrei sapere quali sono gli scambiatori consigliati per il raffreddamento di olio diatermico ad alta temperatura (circa 300°C) e pressioni dell’ordine dei 5 bar. Esistono oilcooler in alluminio del tipo aria/olio in grado di sopportare queste condizioni? Se sì, a chi potrei rivolgermi per avere un’offerta?
    Grazie anticipatamente per le informazioni.
    Cordiali saluti.

  39. Buongiorno,
    si possono sicuramente realizzare impianti ad olio diatermico pressurizzati, direi che a certi livelli di impianto diventa una prassi.
    Se il tutto è ben dimensionato non dovrebbero esserci problemi di cavitazione…piuttosto è importante spurgare bene l’aria ed assicurarsi che non ci sia presenza di acqua o umidità, sia nell’olio che nell’impianto.

  40. Buongiorno,
    Visto la vostra competenza sull’olio diatermico, mi chiedevo se si possono realizzare impianti ad olio con vaso di espansione pressurizzato. Faccio questa domanda perche’ ne ho visto uno e non mi e’sembrato ben progettato in quanto, l’olio durante il raffreddamento a causa di fermi, rilascia dei gas o dei vapori (non so esattamente cosa siano) che rimangono intrappolati nel circuito e mandano in cavitazione le pompe di circolazione ed e’ necessario sfiatare il circuito.

    Grazie.

  41. Esistono vari tipi di olio diatermico, per diverse temperature.
    Oltre certe temperature di applicazione, diventano oli speciali.
    Mi contatti pure che le do maggiori indicazioni.

    Cordiali saluti

  42. Buongiorno,
    vorrei sapere se l’olio diatermico e’ quello che raggiunge le temperature piu’ elevate tra i vari oli in circolazione ed eventualmente a chi posso rivolgermi per l’acquisto.
    Grazie a tutti
    Francesco

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