Il vaso di espansione

Abbiamo parlato dei serbatoi di accumulo negli impianti di termici, intendendo ovviamente i serbatoi aperti.

I serbatoi di accumulo hanno anche la funzione di “vasi di espansione“,  il vaso di espansione ha una duplice funzione: termica e idraulica.

Dal punto di vista termico la sua funzione è quella di consentire all’acqua, fluido incomprimibile, di espandersi o contrarsi. Perché ciò sia possibile è necessario che il fluido sia a contatto con un gas che possa compensare le dilatazioni e le contrazioni del fluido stesso.

Esistono tre configurazioni possibili:

  • vaso aperto all’atmosfera;
  • vaso chiuso, contenente acqua e aria (o altro gas inerte) senza alcuna separazione (autopressurizzato o pressurizzato con aria o gas in pressione introdotto dall’esterno);
  • vaso chiuso con membrana di separazione fra l’acqua e un gas inerte (azoto).

Il volume dei vasi di espansione può essere calcolato con le seguenti espressioni:

per vaso aperto all’atmosfera:

vaso aperto

per vaso chiuso senza diaframma:

vaso chiuso s diafr

per vaso chiuso con diaframma:

vaso chiuso c diafr

dove:
Vv = volume del vaso di espansione (L)
Vw = volume dell’acqua contenuta nell’impianto (L)
v1 = volume specifico dell’acqua fredda alla più bassa temperatura t1 (m3 / kg)
v2 = volume specifico dell’acqua alla massima temperatura t2 (m3 / kg)
α = coefficiente di dilatazione lineare dei metalli (vedi tabella)
– per acciaio α = 1,2 . 10-5 (1/K)
– per rame α = 1,65  10-5 (1/K)

t = t2 t1 (°C)
Pa = pressione atmosferica, assoluta (bar)
Pi = pressione assoluta iniziale alla più bassa temperatura t1 (bar)
Pf = pressione assoluta in esercizio alla più alta temperatura t2 (bar)

L’espressione:
Vw [(v2/v1) – 1] – 3 α∆t (L)
rappresenta la variazione di volume.

Negli impianti ad acqua calda le temperature di riferimento sono prevalentemente:
t1 = la temperatura all’atto del riempimento, 10 °C
t2 = la temperatura massima di mandata dell’acqua 85 : 90 °C

Negli impianti ad acqua surriscaldata evidentemente la temperatura t2 assume valori fino a 130 °C e oltre.
Nei circuiti ad acqua refrigerata invece:
t1 = la temperatura massima raggiungibile dall’acqua a impianto fermo, 35°C;
t2 = la temperatura minima di funzionamento, 7°C, per esempio.

I volumi specifici dell’acqua sono riportati nella seguente tabella.

tabella massa volumica

Dal punto di vista idraulico il vaso di espansione determina e fissa la pressione di riferimento del sistema. Nel punto del circuito in cui è inserito il vaso, la pressione è eguale alla pressione dell’aria nel vaso aumentata o diminuita della colonna di liquido sovrastante o sottostante.

15.60

Valori di pressione nel punto di inserzione dei diversi tipi di vasi di espansione.

Vaso di espansione aperto
Come dalla sua espressione, si è visto che la capacità del vaso deve essere almeno il doppio del volume di espansione dell’acqua e ciò allo scopo di impedire che si perda acqua dal troppo pieno nella fase di riscaldamento e ne venga reimmessa di nuova in fase di raffreddamento; nella figura sono riportati anche gli accessori di cui il vaso deve essere dotato.

15.61

Vaso di espansione aperto.

Il vaso, i tubi di sicurezza e di troppo pieno devono essere protetti dal gelo. Nel caso di impianti con più caldaie è buona norma dotare ogni caldaia di un proprio vaso di espansione, rendendo così possibile l’esclusione di una o più caldaie.

15.62

Vasi di espansione aperti per tre distinti generatori.

Negli impianti di riscaldamento ad acqua calda con vaso di espansione aperto, aventi pressione di esercizio non superiore a 5 bar, occorre prevedere:
– tubo di sicurezza fra vaso e generatore con diametro correlato alla sua lunghezza virtuale e alla potenza termica del generatore (vedi: “Norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi sotto pressione”);
– interruttore termico automatico di regolazione;
– interruttore termico automatico di blocco;
– termometro con pozzetto per il termometro di controllo
– manometro con flangia per manometro di controllo.

Nelle figure sottostanti sono riportati alcuni possibili schemi di collegamento; quello della  figura del collegamento del vaso di espansione con tubazioni di carico e di sicurezza, è tipicamente impiegato nella norma DIN tedesca e i diametri dei tubi, stante questa norma, si possono calcolare con le seguenti espressioni:
– per il tubo di sicurezza che, in caso di sovratemperatura, deve poter sfogare l’eventuale vapore prodotto in caldaia.

funzione tubo sicurezza

– per il tubo di carico o di espansione che deve consentire il rapido riempimento della caldaia con acqua proveniente dal vaso

funzione tubo carico

– dove P è la potenza del o dei generatori espressa in kW.

15.63

Collegamento del vaso di espansione aperto a una caldaia.

15.64

Collegamento del vaso di espansione con tubazioni di carico e di sicurezza.

Nel caso di più generatori di calore che alimentano uno stesso impianto è ammessa una tubazione di sicurezza dimensionata per la potenzialità nominale complessiva dei generatori; solo i tratti di collegamento di ogni singolo generatore al tubo di sicurezza comune possono essere dimensionati per la potenza singola. Ove si renda necessario separare i generatori dal vaso di espansione, si devono installare, sulle tubazioni di collegamento di ogni generatore alla tubazione di sicurezza, valvole a tre vie con sezione di passaggio non inferiore a quelle del tubo di sicurezza di pertinenza del generatore in modo da assicurare comunque il collegamento fra il generatore e l’atmosfera o mediante il tubo di sicurezza o attraverso il tubo di sfogo allacciato alla terza via.

15.65

Collegamento di due generatori di calore a un’unica tubazione di sicurezza.

Il tubo di sfogo deve essere convogliato per impedire che venga arrecato danno alle persone in caso di scarico di acqua. Negli impianti con pressione di esercizio superiore a 5 bar, deve essere installato un secondo interruttore termico automatico di blocco, indipendente dal primo. Per quanto riguarda la posizione della pompa di circolazione, rispetto al punto di collegamento del vaso di circuito, occorre porre molta attenzione perché le pompe di circolazione devono essere installate nella rete di distribuzione dell’acqua in modo da soddisfare ad alcune esigenze manuali e tecniche.  Va osservato prima di tutto che su nessuno dei due tubi di sicurezza, di cui è dotato un impianto con vaso aperto, possono essere introdotti organi di strozzamento: ebbene, una pompa, di qualunque tipo essa sia, è considerata un organo di strozzamento e deve, quindi, essere installata in zone che siano al di fuori dei collegamenti con il vaso. Un altro aspetto importante che deve essere valutato è quello relativo all’installazione della pompa nei confronti della caldaia, e, cioè in aspirazione (sulla mandata) o in pressione (cioè sul ritorno).

Le prescrizioni di sicurezza non danno disposizioni in merito: il problema deve essere risolto in modo da soddisfare la condizione che nessun punto della rete si trovi in depressione. Le reti, infatti, non sono mai perfettamente a tenuta nei confronti dell’aria, che può penetrare, per esempio, se un corpo scaldante va in depressione, attraverso il premistoppa della valvola di regolazione. Per verificare la pressione nei punti critici della rete occorre esaminare il diagramma delle pressioni lungo il circuito, combinato con lo schema di principio dell’installazione. Si prendano in esame, pertanto, i due casi di pompa sulla partenza  e pompa sul ritorno.

15.66
Pompa sulla partenza.  Scheda di installazione e diagramma delle pressioni.

15.67
Pompa sul ritorno.  Schema di installazione e diagramma dell pressioni.

Nel caso di pompa sulla partenza nel punto A, dove si collega il vaso di espansione, regna la pressione statica HA. All’uscita dalla pompa il valore della pressione si è accresciuto dell’altezza manometrica della pompa, poi man mano che l’acqua fluisce nel circuito, la pressione diminuisce fino al valore che essa ha all’aspirazione della pompa. La spezzata 1.2.3.4.5.1. è la rappresentazione grafica delle variazioni della pressione lungo il circuito. Il punto 4 rappresenta la pressione nel radiatore M. Quando l’acqua circola, la pressione è positiva; nel caso, invece, di valvola chiusa, allora la pressione nel radiatore è quella che si ha nel ritorno, rappresentata dal punto 5, la cui ordinata è, comunque superiore di Δ alla pressione statica HA, definita univocamente dal livello dell’acqua nel vaso di espansione. Nel punto 5, cioè regna una pressione HA + ∆.

Esaminando ancora da più vicino il problema ci si accorge che non è il radiatore più basso quello in pericolo, bensì quello più in alto perché in questo la pressione è inferiore di HN rispetto al radiatore più basso e tale pressione vale:

HA + Δ HN = (HAHN) + Δ

Il termine (HAHN) corrisponde alla differenza fra l’altezza dell’acqua nel vaso e l’altezza del radiatore N. Anche in questo caso, comunque, la pressione è positiva.

Si passi a esaminare ora il caso della pompa sul ritorno.
La linea da 1 a 5 rappresenta anche qui l’andamento della pressione fra il radiatore M e la pompa, ma si nota che essa è posta al di sotto della linea della pressione statica fra il radiatore M e la pompa, ma si nota che essa è posta al di sotto della linea della pressione statica di un valore pari all’altezza monometrica della pompa.
La pressione in 5 vale HAHP + Δ.  La pressione nel radiatore più minacciato e, cioè, il più alto, è:

HAHP + Δ – HN = (HAHN) – HP + Δ

Perché questo valore non diventi negativo (e cioè depressione nel radiatore più alto) è necessario (se si trascura Δ per margine di sicurezza) che HAHN , cioè la differenza di livello fra il vaso e il radiatore più alto, sia maggiore della prevalenza della pompa.  In alcuni edifici nei quali HAHN è di 3 : 5m è probabile che una pompa, con prevalenza leggermente inferiore, sia in grado di assicurare la circolazione dell’acqua nel circuito, senza depressione.
Occorre, quindi, valutare con attenzione caso per caso l’opportunità della disposizione della pompa sulla mandata o sul ritorno. La pompa sull’andata garantisce che nessun punto della rete vada in depressione, d’altro canto gli inconvenienti potrebbero essere quelli di avere la pompa attraversata da acqua ad alta temperatura e di avere una elevata pressione in rete.
Nella figura sottostante, è schematicamente riportata la strumentazione richiesta dalle norme IPESL per un impianto con vaso aperto.

15.68
Strumentazione di sicurezza secondo norme ISPESL – vaso aperto.

Vaso di espansione chiuso
Abbiamo già precedentemente visto, all’inizio del capitolo, come calcolare la capacità di un vaso chiuso; nell’espressione valida per un vaso chiuso senza diaframma, le pressioni assolute da considerare sono:
Pi = pressione assoluta iniziale corrispondente alla pressione idrostatica nel punto in cui viene installato il vaso misurata in bar (kg/cm2), aumentata di una quantità stabilita dal progettista e, comunque, non inferiore a 0,15 bar;
Pf = pressione massima assoluta di esercizio, in bar, pari alla pressione di taratura della valvola di sicurezza, aumentata della sovrappressione della valvola stessa e diminuita di una quantità corrispondente al dislivello di quota esistente tra vaso di espansione e valvola di sicurezza, se quest’ultima è posta più in basso ovvero aumentata, se posta più in alto.

15.69

Impianto con vaso chiuso senza diaframma.

Per i vasi chiusi con diaframma, fermo restando il significato di Pf, la pressione Pi da introdurre nella funzione per vaso chiuso con diaframma è:
Pi = pressione assoluta in bar a cui è precariato il cuscino di gas, pressione che non potrà risultare inferiore alla pressione idrostatica nel punto in cui viene installato il vaso.

15.70

Impianto con vaso chiuso con diaframma.

Per i vasi senza diaframma, la loro espressione è applicabile solo per i vasi autopressurizzati nei quali, cioè, la pressione prima del riempimento è eguale a quella atmosferica. Per i vasi prepressurizzati, nei quali cioè la pressione prima del riempimento è maggiore di quella atmosferica, e a pressione variabile durante il funzionamento, la formula da impiegare per la verifica è quella per il vaso chiuso con diaframma, anche se trattasi di vasi senza diaframma, aumentando il volume risultante dal calcolo di una quantità pari al volume dell’acqua iniziale contenuta nel vaso a impianto freddo; in tal caso il progettista deve indicare, oltre alla pressione di precarica e al volume totale del vaso, anche il volume occupato dal gas a impianto freddo.

Per i vasi prepressurizzati a pressione costante e livello variabile durante il funzionamento, il volume utile del vaso deve essere calcolato come per i vasi aperti. Per i vasi prepressurizzati a pressione e livello  costanti durante il funzionamento, il volume del vaso deve essere sufficiente per contenere le escursioni necessarie per l’intervento dei dispositivi di scarico e di reintegro dell’acqua.

Negli impianti di riscaldamento con vaso chiuso di potenza fino a 350 kW, con pressione di esercizio non superiore a 5 bar, è necessario prevedere:
– valvola di sicurezza, tale da consentire lo scarico di un quantitativo orario di vapore (kg/h) non inferiore a P/0,58 (dove P è la potenza del generatore in kW);
– interruttore termico automatico di regolazione;
– interruttore termico automatico di blocco;
– pressostato di blocco;
– termometro con pozzetto per termometro di controllo;
– manometro con flangia per manometro di controllo.

Anche con vasi di espansione chiusi è possibile l’esclusione dei generatori di calore purchè sulla tubazione di collegamento del generatore al vaso sia installata una valvola a tre vie con le stesse caratteristiche di cui si è detto a proposito del vaso aperto e tale da assicurare il collegamento del generatore, o con il vaso di espansione o con l’atmosfera. Negli impianti di riscaldamento con vaso chiuso e pompa di circolazione l’apporto di calore deve essere automaticamente interrotto nel caso di arresto della pompa e ciò può essere attuato con asservimento elettrico pompa-bruciatore oppure mediante flussostato.

I generatori degli impianti con vaso chiuso pressurizzato a pressione costante e livello variabile, ovvero a pressione e livello costanti devono essere protetti con valvola di intercettazione del combustibile oppure con valvola di scarico termico poiché in questi impianti non sussiste correlazione fra aumento della temperatura e della pressione. Per impianti con pressione di esercizio superiore a 5 bar deve essere installato un secondo termostato di blocco indipendente dal primo.
Nella figura è riportata schematicamente la strumentazione richiesta per impianti con vaso chiuso.

Oltre a quanto già descritto si nota:
– gruppo di riempimento automatico, che provvede a ridurre la pressione di alimentazione dell’acquedotto e a reintegrare a freddo le eventuali perdite d’acqua; il gruppo di riempimento è costituito da riduttore di pressione, valvola di riempimento, valvola di ritegno e filtro.
– separatore di aria con valvola di sfogo automatica e galleggiante.

15.71

Strumentazione di sicurezza e controllo per impianto di riscaldamento con vaso chiuso (la simbologia utilizzata è quella prevista nelle norme).

  • 1 bruciatore
  • 2 caldaia
  • 3 valvola di sicurezza
  • 4 valvola di intercettazione combustibile;
  • 5 vaso di espansione a membrana;
  • 6 interruttore termico automatico di regolazione;
  • 7 interruttore automatico di blocco;
  • 8 pressostato di blocco;
  • 9 indicatore di pressione;
  • 10 indicatore di temperatura;
  • 11 pozzetto;
  • 12 scarico accessibile e visibile;
  • 13 pompa del circuito utilizzatore;
  • 14 riduttore di pressione;
  • 15 valvola di non ritorno;

16 contatore acqua(eventuale).

 

Testo tratto dal “Manuale del termotecnico” autore Nicola Rossi, editore Hoepli.

Pubblicato in Energia Termica, Glossary, Riscaldamento

26 commenti su a “Il vaso di espansione

  1. Buongiorno Giuseppe,
    per poter estrarre l’acqua dal pozzo, deve utilizzare delle pompe immerse.
    Dipende poi dalla pressione che le serve capire la potenza da impiegare.
    Cordiali saluti,
    valter

  2. giuseppe andreotti dice:

    buonasera,

    Vorrei chiedervi se con un vaso di espansione chiuso,pieno di acqua diciamo 20q, con un tubo in un pozzo d’acqua di profondita 65 metri la prima sorgente si trova a 35 metri, quindi il livello dell,aqcqua parte da 35 metri fino a 65 metri.
    Quindi il vaso lo immagginavo con tre tubi uno nel pozzo,uno di carico e l’altro di scarico.
    La mia domanda è:posso estrarre acqua da un pozzo con pochissimo consumo di energia?

    cordiali saluti.

  3. Salve posso chiedere se sto interpretando correttamnete la formula presente nella raccolta R2009

    Per i vasi chiusi con diaframma Vn >= Ve/(1-P1/p2)
    dove P1 = pressione assoluta in bar, a cui è precaricato il cuscino di gas, pressione che non potrà risultare inferiore alla pressione idrostatica nel punto in cui viene installato il vaso (o alla pressione di reintegro del gruppo di riempimento).
    Tale valore iniziale di pressione assoluta non potrà essere inferiore a 1.5 bar;

    Io ho un vaso di espansione a membrana con precarica di fabbrica pari a 1,5 bar
    Nella formula il mio P1 sarà dato da 1,5+1?
    e nel modulo rr/generatoiri, pratica ex isplesl, la pressione iniziale P1 relativa sarà uguale a 1,5 Bar?
    Vi ringrazio in anticipo
    Rina

  4. Buona sera Valter.
    Intanto grazie per la risposta .Le confermo che un vaso di espansione è chiuso ed attualmente sia la caldaia che il termocamino funzionano con un solo vaso di espansione.Nell’ipotesi che dovrebbe andare in ebollizione la caldaia interverrebbe il vaso del termocamino.In genere mi risolvo tutto , causa certificato ho dovuto far intervenire un idraulico “professionista “Mi ritrovo con impianto malfunzionante e senza certificato. Grazie ancora e Le auguro Buon Natale.

  5. Buongiorno Gaetano,
    è difficile dare dei suggerimenti non conoscendo per bene l’impianto.
    Dovrebbe provare a sentire un professionista che sicuramente le sa dare la dritta per risolvere il problema.
    Da parte mia, una sola domanda, è possibile escludere un vaso di espansione utilizzandone uno solo, magari quello montato sul ramo di aspirazione della pompa?

    magari sto dicendo una sciocchezza non conoscendo il suo impianto.

    cordialmente

    valter biolchi

  6. Buona sera. Il mio idraulico mi installa una caldaia a sansa e un termocamino a legna, con due vasi d’espansione aperti. Visto che non erano a livello ne ho dovuto chiudere uno .Successivamente li metto a livello pensando di aver risolto il problema, ma quando si attiva la pompa per la circolazione della caldaia spinge acqua nel vaso del termocamino e viceversa.Inserisco delle valvole di tenuta nel carico ma spinge dallo sfogo . l’idraulico mi ha abbandonato e non riesco a risolvere il problema. Premetto che la caldaia e distante dal termocamino.Grazie per una cortese risposta.Cordialità

  7. Buongiorno Emanuele,
    sicuramente l’impianto va messo in sicurezza con l’ausilio di valvole di sicurezza dedicate.
    A rigor di logica, faccia una analisi delle pressioni di progetto dei componenti, la taratura della valvola andrà verificata di conseguenza.

    Buon lavoro,

    valter biolchi

  8. ho un impianto a vaso aperto con camino,mi hanno istallato una vaillant che lavora a vaso chiuso per far lavorare la caldaia dovrei intercettare il tubo di mandata e ritorno del camino un tubo va alla pompa camino untubo invece va al vaso di espansione.Posso mettere 2 valvole manuali e 2 valvole di sicurezza da 2bar e mezzo in caso mi dimenticassi di aprirle alla messa in moto dell’impianto camino?
    fatemi sapere vi ringrazio in anticipo
    Emanuele

  9. Grazie per la risposta, sto cercando di interpretare i valori della tabella per arrivare ad una conclusione.
    Antonio

  10. Molto semplicemente: devo sostituire una caldaia Vaillant T3 di 29 anni che ha un vaso di espansione di 15 litri, a camera aperta con scarico in canna collettiva. Il volume di acqua dei termosifono è di 73 litri (distribuiti su 8 termosifoni) + tubi vari, diciamo 80 litri in tutto.
    Quale il volume del vaso di espansione della nuova caldaia?
    Grazie, Antonio

  11. Buongiorno Marino,
    grazie per il prezioso consiglio.
    Quello che proponi è una sorta di guardia idraulica al contrario…ho capito giusto?

    cordiali saluti,

    valter biolchi

  12. Marino Carulli dice:

    Francamente e per fortuna vengo dall’antico,,,,impianto a vapore e vi dico che grazie a chi mi ha insegnato il mestiere di installatore termotecnico,questo problema si puo’ ove occorre , installando un sistema semplice ed efficace,,,! Sugli sfiati d’aria posti in sommita’ degli impianti si dovra’ montare un semplice contenitore a forma cilindrica da diametro circa di 2 pollici per poi montare un semplice disereatore con attacco da 1/2 pollice cosi’ dar modo all’aria di accumularsi e nella parte alta sel cilindro evitando che ritorni in circolo all’impianto. Nb.ovvio un buon isolamento termico nonche’ una corretta pulizia dell’impianto . saluti Marino Carulli

  13. Buonasera Pasquale,
    grazie per averci contattati.
    Le valvole di sfiato automatico solitamente non dovrebbero essere intercettate, altrimenti se ne inibisce il funzionamento.
    Questo in teoria, in pratica siccome capita spesso che questa valvoline possano “incepparsi”, con conseguente fuoriuscita accidentale dell’acqua e svuotamento dell’impianto, si intercettano con una valvola manuale ed ogni tanto si verifica manualmente la presenza di aria.

    Per le valvole di sicurezza il discorso è un po diverso, non dovrebbero avere valvole di intercettazione. Nel caso ci fossero per problemi di eventuale manutenzione, dovrebbero essere aperte sempre.

    cordiali saluti

    valter biolchi

  14. Buonasera,ho un dubbio da risolvere a riguardo ai vasi di espansione aperti per impianti di riscaldamente.
    Il mio stabile è composto da 100 appartamenti,ha da otto ingressi indipendenti,l’edificio è alto 8 piani.Nell’arco degli ultimi 5/6 anni vi sono state numerose ristrutturazioni,spostamento di termosifoni,installazione di termo arredi e inoltre anche ha riguardato anche l’impiato termico centrallizzato,questi passato da gasolio a gas.Ebbene abbiamo problemi di mal funzionemento dell’impianto termico,i piani alti hanno i termosifoni freddi,qualche condomino ha termosifoni ,nello stesso appartameto caldi ed altri caldi solo al 70%dell’altezza,in parole povere sembra che l’impianto, dopo tutte queste ristrutturazioni, risulta squilibrato.Mi sono recato sul terrazzo e ho constatato che su un edificio vi è il vaso di espensione aperto ed ha la valvola di sicurezza e/o di sfogo chiusa da una saracinesca, e su un altro edificio vi è solo un tubo con una valvola di sicurezza e/o di sfogo anch’essa chiusa da una saracinesca,ma ho notato che ogni tanto il conduttore và apre le saracinesche e dalle valvole esce aria, moltissima,e subito dopo acqua.La mia domanda è:Se è stata installata una valvola di sicurezza e/o di sfogo deve essere questa interdetta da una saracinesca ed anche chiusa? o per la legge dei vasi comunicanti, la saracinesca deve stare aperta e quindi in caso di formazione di aria all’interno dell’impianto,questa debba uscire automaticamente?.E se tenedo le valvole di sicurezza e/o di sfogo chiuse è un danno all’impianto stesso ovvero vi è un cattivo funzionamento?? Grazie della cortese attenzione al mio quesito e saluti.
    Pasquale

  15. Buongiorno a tutti, chi sa dirmi quali regole e/o normative seguire per il dimensionamento dei vasi d’espansione nei circuiti acqua refrigerata?
    Grazie….
    E’ corretto seguire le linee guida della raccolta “R” ISPESL??

  16. Perchè il moltiplicatore 2 nella formula per il calcolo del volume del vaso di espansione aperto ?
    Grazie per la risposta
    .

  17. Gentile Alisa,
    come detto prendi quello che ti serve, il resto lascialo.
    Parlando di vasi di espansione, diciamo che sono necessari e vanno ben dimensionati.
    Nel caso di vasi chiusi dovranno essere anche dotati di tutti i sistemi di sicurezza previsti dalla normativa.
    Provi a dare un occhio a questo sito…in bocca al lupo per l’esame!

  18. Aldo Giacomo dice:

    Filippo può avere il suo punto di vista su alcuni argomenti trattati, ma l’ultima sua osservazione sul rendimento (> 100%) di una caldaia non ha ragione di essere : convenzionalmente, il rendimento di una caldaia non teneva conto del calore ceduto ai “fumi” ma ora le caldaie a condensazione lo recuperano, ed il rendimento calcolato con i metodi precedenti supera il 100% anche se l’energia ceduta all’impianto non potrà mai superare quella generata dalla combustione.

    Interessante la citazione di Voltaire, che diceva pure : “Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola; solo gli imbecilli son sicuri di ciò che dicono”. Ma non è un’affermazione ?

  19. Filippo Bonifacio dice:

    …Caro S. (che potrebbe essere… ‘San’ o… ‘Senza’) Pelucchi…
    Ho letto quasi tutto l’articolo sui vasi d’espansione, e mi sono ricordato di cosa mi disse una volta un mio cliente (‘Docente’ d APPLICAZIONI TECNICHE in una scuola statale):
    “SE NON SAI FARE QUALCOSA… INSEGNALA…!”
    Scusami, Pelucchi… Ma ti sembra questa la maniera di torturare i tuoi lettori…?! Potrei sapere dove hai preso tutta quella ‘roba’ che hai riportato in tante pagine da farne un vero ‘trattato’…?! Buon Dio… Pelucchi… mi dici cosa c’entra la dilatazione lineare dei metalli…(ferro e rame…) con l’acqua e i vasi d’espansione…?! E il tubo di sfogo in un vaso aperto…?! E la valvola a tre vie sotto il vaso…?!
    Gli impianti… caro pelucchi… (quale che sia l’opinione di chi si sforza ogni giorno per capirci qualcosa… ma è pagato per stilare ‘Norme’…) sono una cosa seria… e come tali vanno trattati…!
    Chi stila ‘Norme su Norme’… ma non deve pagare tutte le stupidaggini che esse impongono… mi ricorda un sarto che confezionava mutande di seta o di raso con un sacco di merletti e fiorellini… ma non metteva l’elastico…! Le ‘Norme’… caro Pelucchi, sono come le mappe stradali per i turisti…! Un turista che gira una città con la mappa va dove vuole quello che la mappa l’ha disegnata…! Poi torna in Giappone e va ad insegnare la geografia italiana ai suoi scalognati allievi…! La mappa indica i migliori alberghi e ristoranti… I posti più costosi… I casinò dove può essere regolarmente e ‘legalmente pelato’…!
    Possibile che un onesto artigiano debba correre il rischio di sentirsi dire che ha ‘gonfiato i prezzi’ e farsi trattare dal cliente da ‘ladro’ o (peggio) da incompetente…?! Un mio collega (poco preparato, in verità, come molti, oggi…) fidandosi di quanto aveva letto su un opuscolo di una caldaia, disse al suo cliente… “QUESTA CALDAIA RENDE IL 118 PER CENTO”.
    Fu cacciato all’istante…! Perse il lavoro… il cliente e (peggio…) la fiducia nel suo fornitore.
    Voltaire diceva… “CANCELLA SPESSO… SE VUOI SCRIVERE COSE CHE SIANO DEGNE DI ESSER LETTE…!
    Ciao, Pelucchi… E scusami… se vuoi.
    Filippo Bonifacio. Torino

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