Dimensionamento termico di uno scambiatore

Trasferimento di calore
Il trasferimento di calore da un mezzo all’altro è regolato dalle seguenti semplici regole:

  1. il calore passa dal mezzo più caldo a quello più freddo;
  2. deve sussistere una situazione di squilibrio (in questo caso la differenza di temperatura);
  3. il calore ceduto dal mezzo caldo dev’essere tutto assorbito dal mezzo freddo, fatte salve le perdite dovute all’ambiente circostante.

scambiatore di calore a piastre

Scambiatori
Ci sono due tipi principali di scambiatori:
–    scambiatori diretti, in cui i fluidi tra cui avviene il trasferimento di calore vengono messi a contatto e poi separate. Il procedimento presuppone che i due fluidi siano immiscibili; si può prendere come esempio le torri evaporative in cui l’acqua viene raffreddata dal diretto contatto con l’aria;
–    scambiatori indiretti, in cui i fluidi vengono tenuti separati da una parete, attraverso cui avviene lo scambio termico. Lo scambiatore di calore a piastre ad esempio è di tipo indiretto in cui il calore viene trasmesso per conduzione (attraverso le piastre) e per convezione tra il fluido e le piastre.

Formula dello scambio termico
In un fluido monofase, la quantità di calore trasferito è indicata dalla seguente formula:

Q = (m1*cP*δt) = (m2*cP* δt)

Questa equazione indica le esigenze della specifica applicazione. La quantità di calore che lo scambiatore può trasferire è espressa dalla seguente relazione:

Q = k*A*LMTD

In cui:
Q = quantità di calore
A = superficie di scambio
k = coefficiente globale di scambio termico
LMTD = ∆t medio logaritmico
In uno scambiatore dimensionato correttamente, le due equazioni dovrebbero dare lo stesso risultato.

Coefficiente globale di scambio termico
Il processo di scambio termico da un fluido all’altro si sviluppa in tre passaggi (si veda la figura seguente):

  1. per prima cosa avviene il trasferimento di calore dalla massa del mezzo caldo alla piastra che separa i due fluidi;
  2. quindi il calore viene trasferito attraverso la piastra, secondo la conducibilità termica del materiale della piastra stessa;
  3. infine il calore viene trasferito dalla piastra alla massa del mezzo freddo.

Di conseguenza, la resistenza totale al trasferimento di calore in uno scambiatore è data dalla somma di tre singole resistenze.

L’equazione è valida per un’applicazione che non presenta fattori di sporcamento. In caso contrario, bisogna considerare una resistenza ulteriore (fouling factor) o prevedere un margine di sovradimensionamento.
Per quantificare il valore di k, bisogna determinare il coefficiente liminare di ogni fluido, conoscere lo spessore e la conducibilità termica delle piastre e se è necessario inserire un margine di sovradimensionamento.
Il coefficiente film esprime la resistenza al trasferimento di calore nei fluidi laminari vicino alla superficie di scambio. Per ottenere un coefficiente film il più alto possibile bisogna mantenere lo strato di fluido il più sottile possibile.

Per ottenere un elevato coefficiente film bisogna:

1. Mantenere il fluido a velocità elevata. Ci sono due tipi principali di flusso.

  • Flusso turbolento, significa che c’è una velocità uniforme nei canali delle piastre. Le singole particelle di fluido hanno velocità e direzioni differenti all’interno del flusso, così da creare uno strato di fluido molto sottile e quindi un alto coefficiente film.

Gli scambiatori a piastre possono avere un’elevata turbolenza, grazie al ridotto spazio tra le piastre e al grande numero di punti di contatto che si creano quando le piastre vengono compresse.

  • Flusso laminare, significa che c’è un elevato gradiente di velocità nei canali delle piastre, con il picco di velocità nella parte centrale. Tutte le particelle del fluido scorrono nella stessa direzione, così da creare un sottile strato di fluido e quindi un basso coefficiente film.

2. Mantenere bassa la viscosità del fluido.
Un fluido viscoso tenderà a scorrere in linea retta e quindi il calore verrà trasmesso principalmente per conduzione attraverso le particelle di liquido in movimento una in parallelo all’altra. Al contrario, un fluido a bassa viscosità tenderà a scorrere con moto turbolento, quindi le particelle di fluidi trasferiranno il calore per convezione.

3. Avere un’alta capacità termica del fluido.
Se il fluido ha un’alta capacità termica, può assorbire una grande quantità di calore da una superficie di scambio, anche in presenza di Δt ridotti.
ma questo può non essere controllabile, dato che i fluidi utilizzati spesso sono imposti dal processo o dalle utilities a disposizione.

4. Avere un’alta conducibilità termica del fluido. Anche questo non è sempre controllabile.

5. Mantenere una distanza ridotta tra le superfici di scambio.
È ovviamente importante che si mantengano distanze ridotte, perché il calore deve muoversi dalla massa del fluido alle superfici di scambio che lo circondano. Motivo  questo per il quale si tende a fare piastre con ridotto pressing depth.

Scelta delle piastre e valutazione del calore trasferito utilizzando la lunghezza termica
Abbiamo definito la lunghezza termica di uno scambiatore (Θ) come la capacità dello scambiatore stesso di modificare la temperatura del mezzo dato un certo Δt tra i due fluidi.
Θ è un valore importante nel dimensionamento di uno scambiatore.

Riassumiamo quanto detto prima:

Q = m*cp*δt                                           Q = k*A*LMTD

Se ne deduce quindi che:

m*cp*δt = k*A*LMTD

Da quest’ultima equazione derivano le seguenti uguaglianze:

Come si può vedere, quando il valore di m cresce, cresce anche la superficie di scambio e bisogna prevedere più piastre o più tubi. Se invece è il valore di Θ a crescere, sono necessari piastre o tubi più grandi.

Scegliere un modello di scambiatore
Nella scelta del modello di scambiatore a piastre da adottare, vanno considerati i seguenti punti.
a)    Diametro delle connessioni, nella maggior parte dei casi il volume di fluido da trasportare condizionerà la scelta del modello di scambiatore.
b)    Massimo numero di piastre, quando si è vicini al limite massimo di piastre potrebbe essere conveniente saltare al modello superiore con un numero minore di piastre.
c)     Lunghezza termica del tipo di piastre (Θ).

Per poter dimensionare uno scambiatore è necessario possedere  le seguenti informazioni su entrambi i fluidi:

  • portata;
  • temperatura in entrata;
  • temperatura in uscita;
  • perdita di carico massima ammissibile.

Nel dimensionare uno scambiatore, il calore trasferito o la perdita di carico sono fattori limitanti. Di solito, più la perdita di carico è elevata e più lo scambio termico è efficace. Un bassa perdita di carico comporta un trasferimento di calore meno efficiente, piastre con una superficie più ampia e un maggior sovradimensionamento. È anche possibile che ci siano abbastanza piastre per trasferire tutto il calore, ma la perdita di carico non è sfruttata appieno. Riducendo il numero delle piastre, lo scambiatore non sarebbe più efficace. Nei vari casi lo scambiatore sarebbe limitato idraulicamente o termicamente, raramente si riescono a bilanciare le due variabili.

Scambiatore a piastre

Pubblicato in Energia Termica, Glossary, Scambiatori di calore, Termotecnica

82 commenti su a “Dimensionamento termico di uno scambiatore

  1. Buongiorno Guido,
    la ringrazio per averci contattati. Ci siamo sentiti telefonicamente stamane e penso che abbiamo chiarito quanto le necessita. In ogni caso non esiti a tornare a contattarci se le servissero ulteriori informazioni. Come detto, la potenzialità massima di 30 KW è tipicamente riferita alla potenza istantanea per acqua sanitaria, in ogni caso avere uno scambiatore che consente di scambiare questa capacità è un plus dal punto di vista dell’incrocio delle temperature.

  2. Guido Seretti dice:

    Carissimi ,
    Spero di non essere fuori tempo massimo.

    Nella mia abitazione fra la caldaia a gas ( 30.000 cal/h e la termocucina a legna ( 27.000 cal./h) che insistono ambedue sullo stesso circuito dei termosifoni ( sup. Totale 10mt quadri , singola piastra)
    Debbo interporre per legge uno scambiatore di cslore .
    Vorrei chiedervi il dimensionamento opportuno dello scambiatore a piastra ( magari sapere quali sono i migliori ) .
    Il mio idraulico dice da 15.000 cal/h , un altro da 40.000 : non so a chi dar retta .

    Servono pompe aggiuntive all’ impianto per avere un flusso turbolento sulle piastre ?

    Grazie infinite

  3. Gent.mo Marco,
    la risposta è si ad entrambe le domande. Solitamente si mettono scaricatori di condensa sull’uscita delle condense.
    Consideri che il rendimento di uno scambiatore a piastre è elevatissimo, le perdite di efficienza hanno valori trascurabili.
    Cordialmente, valter

  4. Buongiorno, ho due domande da farvi :
    1) Lo scambiatore a piastre è idoneo per applicazione vapore circa 13000 kg/h che condensano completamente sfruttando ? Si possono mettere dei dreni sullo scambiatore e far drenare continuamente tramite una pompa ?
    2) Perdita di pressione, resistenza al trasferimento di calore del materiale sono fattori che ineficiano lo scambio. E’ possibile chiedere al fornitore il rendimento ?
    Grazie

  5. Buonasera Matteo,
    direi che la superficie è abbondante.
    Dipende anche molto dalle perdite di carico massime ammissibili.
    Se ritiene opportuno ed utile le posso inviare un software di calcolo per fare delle simulazioni.
    Cordialmente

    valter

  6. Buongiorno, meglio buonasera…
    valutando le condizioni ambientali notturne, si potrebbe progettare un sistema di free cooler che sfrutti questo periodo per accumulare acqua raffreddata da utilizzare durante il giorno.
    è una buona idea…valuti i consumi di acqua necessari per il raffreddamento ed il volume da accumulare.
    Se serve una mano mi contatti tranquillamente.

    grazie a lei,
    valter

  7. Mi scusi se la disturbo ulteriormente,
    ho trovato interessante l’argomento del free cooling, ed in merito leggevo di alcuni chiller funzionanti in free cooling (e con compressori nel caso in cui non è possibile a causa dell’alta temperatura ambientale). Secondo lei sarebbe possibile una soluzioni che utilizzi questi chiller in free cooling di notte + serbatoio di stoccaggio per l’acqua in maniera tale da utilizzarla poi durante il giorno per le 6-7 ore di raffreddamento dei pannelli?

    grazie mille

  8. Buongiorno Matteo,
    grazie per il contatto e per i complimenti.
    Spesso siamo stati interpellati per lo stesso argomento e tutte le volte il ciclo frigorifero si è rivelato una soluzione energeticamente non percorribile.
    L’unica soluzione che può garantire un ritorno energetico con costi accettabili è quella della torre evaporativa, che comporta alcuni fattori che vanno tenuti in considerazione:
    -consumo di acqua
    -acqua a contatto diretto con l’aria, ovvero possibile sporcamento.
    Ad oggi soluzioni alternative valide non ne abbiamo.

    Spero di averle fornito dei validi suggerimenti.
    Cordiali saluti,

    valter

  9. Salve sig. Biolchi,
    innanzitutto complimenti per il blog, utilissimo!!!
    volevo esporle il mio problema.
    Sto svolgendo una tesi magistrale su raffreddamento di pannelli fotovoltaici a Dubai. Il problema è che mi è stato richiesto una soluzione per il raffreddamento dell’acqua uscente da questi pannelli…le prove sono state condotte con Tin acqua a 30°C ed uscente dal pannello a Tout 35°C.
    Visto le condizioni climatiche, mi sono state suggerite come soluzioni una torre di raffreddamento o un ciclo frigorifero, soluzioni che io ritengo poco ragionevoli da calcoli preliminari considerando che il recupero in termini di efficienza del pannello non giustificano i costi di esercizio ad esempio di un ciclo frigorifero…lei cosa mi consiglierebbe? è ragionevole pensare a qualche metodo per il raffreddamento di questa acqua con queste metodologie? potrebbe proporre alternative?
    grazie mille

  10. Buongiorno Moira, ottima spiegazione, ora ho compreso perfettamente il tutto.
    A mio parere, l’unico fattore che può modificare, essendo lo scambiatore già realizzato, è la portata.
    Incrementandola, aumenta la turbolenza e quindi anche il coefficiente di scambio…anche se ovviamente ci sono dei limiti.
    A livello di geometria, potrebbe vedere se riesce ad inserire qualche diaframma in più, anche questo per aumentare turbolenza e coefficiente.

    Cordiali saluti,
    valter

  11. Buongiorno, la ringrazio per la sua celere risposta.
    Sicuramente non mi sono spiegata bene io, quindi provo ad essere più precisa. Ho a disposizione uno scambiatore di calore a fascio tubiero con 1 passaggio lato mantello e 2 lato tubi che deve essere utilizzato per riscaldare una portata di 37kg/s di un grezzo petrolifero. Come fluido caldo ho 29 kg/s di un residuo.Dello scambiatore conosco tutte le caratteristiche tecniche. Ciò che devo fare è verificare che lo scambiatore possa essere utilizzato per il servizio richiesto.
    Ora svolgendo i vari calcoli trovo che il coefficiente globale a tubi puliti (Uc) è inferiore al coefficiente globale a tubi sporchi (Ud) e quindi nel momento in cui vado a calcolare lo sporcamento Rd, essendo questo dato da Rd= 1/Ud – 1/Uc , trovo che Rd è negativo. A questo punto arrivo ovviamente alla conclusione che lo scambiatore non è utilizzabile per il servizio richiesto, e la domanda che le ho posto ieri era per l’appunto questa: dopo aver verificato che in queste condizioni lo scambiatore non può funzionare, su cosa posso intervenire per renderlo utilizzabile? la portata? la geometria?
    La ringrazio anticipatamente

  12. Buongiorno,
    grazie per averci contattati in primo luogo.
    Mi scusi in quanto probabilmente non riesco a capire l’argomento.
    Il coefficiente globale di scambio le risulta maggiore, in quanto è come se forzasse una superficie di scambio minore (avendo lo sporcamento)…
    A mio parere dovrebbe inserire un valore realistico come valore fisso, e quindi verificare la resa.
    Rimango a disposizione e cordialmente la saluto,
    valter

  13. Buonasera,mi trovo a dover verificare uno scambiatore a fascio tubiero 1-2 ma nel momento in cui calcolo lo sporcamento Rd, trovo che questo è negativo anche perchè il coefficiente globale a tubi sporchi è maggiore del coefficiente globale a tubi puliti. Quali sono le modifiche che posso apportare per rendere lo scambiatore utilizzabile?

    Se avessi dovuto fare il dimensionamento probabilmente avrei optato per la modifica della geometria, ma nel caso di verifica?
    grazie in anticipo

  14. Buongiorno Salvatore,
    sicuramente è possibile implementare la caldaia nella maniera che lei pensa, come booster.
    Per lo scambiatore la soluzione più efficiente è quella degli scambiatori a piastre, nello specifico dei saldobrasati.
    Se ci contatta con qualche dato in più èpossiamo dimensionarlo ad hoc per le sue esigenze.
    In ogni caso sul nostro portale di e-commerce, può trovare gli scambiatori della serie TCB900, con 40 piastre che dovrebbero essere più che sufficienti per lo scopo.

    cordialmente

    valter

  15. chiedo un consiglio a qualche esperto.
    a casa ho un chiller a basso consumo energetico che riesce a riscaldare l’acqua del riscaldamento al massimo di una temperatura di 55 C° e dopo qualche ora in pieno inverno riesco ad avere una temperatura interna di 18 C° con i ventilconvettori.
    chiedo se si puo’ abbinare una caldaia a pellet idro + scambiatore per portare la temperatura dell’acqua per riscaldamento a 65/70 c° per aumentare di conseguenza la temperatura interna.
    se la risposta è si chiedo che tipo/modello di scambiatore posso montare?

    Grazie

    Salvatore da Agrigento

  16. Buonasera Gabriele,

    il modello che mi sentirei di consigliare per una applicazione di questa potenza è il FA.406.1.2000.
    Il livello di efficienza è quello tipico degli scambiatori di calore.
    Consideri che c’è sicuramente una minima parte di dispersione per irraggiamento, che viene limitata in modo drastico mediante adeguata coibentazione.
    I fumi passano nei tubi, quindi nel mantello passa l’acqua, in questo modo si ha una minore dispersione.

    Indicativamente, può considerare una perdita del 5%, anche se è decisamente sovrastimata.
    Cordiali saluti,

    valter

  17. Buon giorno, il modello che più si avvicina alle mie esigenze è il EXH 220/1862 (della serie T ST EXH S) o il modello FA.406.1.2000 (della serie T ST EXH). Un’ultima domanda (spero): indicativamente questi scambiatori di calore che efficienze hanno (mi riferisco a quelli a fascio tubiero relativi ai fumi visto che nel mio caso è l’unico recupero che è possibile fare)? Su cento unità di calore associate ai fumi di scarico qual è la quantità che si riesce a trasferire al fluido di servizio? Ringraziandola ancora per la grande disponibilità dimostrata e facendole i complimenti per la competenza e l’utilità del blog le porgo i miei saluti.
    Gabriele

  18. Buongiorno Gabriele,
    guardi il link qui sotto.
    Trova delle brochure tecniche con dei predimensionamenti per i casi tipici di cogenerazione.
    Faccia la sua selezione e mi faccia sapere, che le invio il costo dell’apparecchio.
    Cordiali saluti,
    valter

    scambiatori fumi

  19. La ringrazio per la risposta. Saprebbe per caso indicarmi qualche scheda tecnica di scambiatori di questo tipo da voi consigliati (la potenzialità necessaria è di circa 200 kW, l’area di scambio calcolata con le formule note di circa 10 m2) e possibilmente un prezzo realistico ad essi associato? Grazie ancora per la disponibilità e buon lavoro.
    Gabriele

  20. Buongiorno Gabriele,
    complimenti per l’analisi.
    Cominciamo dalle conferme:
    -lo scambiatore a fascio tubiero è senza dubbio la scelta preferibile.
    -i coefficienti da lei indicati sono ragionevoli.

    venendo al quesito…effettivamente è quello con cui ci si ritrova spesso per dirimere che dimensione di scambiatore adottare.
    Le posso dire che il limite che si pone nella maggioranza dei casi, è legato principalmente alla minima temperatura di uscita dei fumi.
    Infatti se da un lato sarebbe possibile recuperare ulteriore energia, abbassando la temperatura dei fumi ben al di sotto dei 100°C, dal’altro ci si ritrova con problemi di formazione di condense, che potrebbero essere altamente corrosive, innescando problemi differenti e di difficile soluzione, sia a livello di scelta dei materiali che di tipologia costruttiva, facendo levitare i costi.
    Di conseguenza si limita il raffreddamento dei fumi fino a 120°C circa (a seconda della tipologia di fumi appunto).

    Penso che questa risposta possa darle già u buon punto di partenza.
    Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti.

    Cordialmente la saluto ed auguro buon lavoro,
    valter

  21. Buona sera, ringraziandola anticipatamente per la disponibilità provo ad esporle il mio quesito, sperando mi possa essere d’aiuto. Sono uno studente di ingegneria energetica che sta preparando la tesi magistrale. Mi trovo a dover dimensionare uno scambiatore di calore per un impianto cogenerativo che ha come motore primo una SOFC a valle del quale si brucia l’esausto anodico al fine di produrre acqua calda (portata da 70 °C ad 80 °C). I fluidi in gioco sono quindi acqua da una parte e gas esausti dall’altra (in composizione simile a quella degli impianti con motori a combustione interna ma con una maggiore percentuale di acqua). Innanzitutto mi chiedevo se uno scambiatore a fascio tubiero fosse il più indicato (cercando su internet mi sembra di aver capito che per le applicazioni di cogenerazione sia più indicato rispetto a quelli a piastre) e quale coefficiente U potesse andar bene (vedendo le indicazioni che ha dato ad altri potrebbe andare bene un 120 W/m2K?). Detto ciò posso procedere al calcolo dell’area di scambio note portate e temperature dei fluidi, ma la mia domanda è un’altra: volevo effettuare un’analisi parametrica per trovare, al variare dell’area di scambio installata, la quantità di calore scambiata per poi vedere qual è l’area ottimale da installare dal punto di vista economico (mettendo a confronto il risparmio economico associato al calore recuperato e il costo aggiuntivo associato all’area installata). Il mio problema è che non riesco a capire come impostare l’analisi: immagino che al crescere dell’area cambino le temperature in uscita dei due fluidi (il fluido caldo si raffreddi di più e quello freddo si riscaldi di più) e di conseguenza cambi l’entità del calore scambiato ma le variabili sono troppe e l’equazione solo una (Q=U*A*LMTD) oltretutto non lineare. Saprebbe darmi una mano nell’impostazione del problema? Nel caso saprebbe anche indicarmi una funzione di costo plausibile per questo tipo di scambiatori al variare dell’area? Sperando di essere stato chiaro la ringrazio per la disponibilità.
    Gabriele

  22. Salve, sono uno studente di ingegneria meccanica alle prese con la tesi di laurea. A tale riguardo, sto realizzando la progettazione di un impianto frigorifero, per il quale devo dimensionare un condensatore ed un pre-riscaldatore (entrambi alla pressione di 3,5 bar).
    Considerando una portata massica di 0,294 l/min, i dati a mia disposizione sono:
    —CONDENSATORE (Flusso termico=407 W)
    Fluido primario: R134a con Tin=10°C e Tout=5°C
    Fluido secondario: Acqua-glicole con Tin=-10°C e Tout=incognita
    —PRE_RISCALDATORE (Flusso termico=200 W)
    Fluido primario: R134a con Tin=0°C e Tout=5°C
    Fluido secondario: Acqua con Tin=25°C e Tout=incognita
    In entrambi i casi il professore mi ha consigliato di utilizzare uno scambiatore a piastre.
    Il problema, tuttavia, è che su internet, tra i vari cataloghi (di scambiatori a piastre appunto) visionati, non ho trovato alcun valore indicativo del coefficiente globale di scambio, che è l’unico dato che mi manca per poter procedere con il dimensionamento delle suddette apparecchiature.
    Chiedo, gentilmente, qualche consiglio in merito, per uscire da questa situazione di stallo.
    La ringrazio in anticipo, cordiali saluti.

  23. Salve, sono uno studente di ingegneria meccanica alle prese con la tesi di laurea.
    A tale riguardo, sto procedendo con la progettazione di un impianto frigorifero,per il quale devo dimensionare un condensatore e un pre-riscaldatore. I dati a mia disposizione sono:
    —Condensatore (flusso termico=407 W)
    fluido primario: R134a con Tin=10°C e Tout=5°C
    fluido secondario: Acqua glicolata con Tin=-10 e Tout=incognita.
    —Pre-riscaldatore (flusso termico=200 W)
    fluido primario: R134a con Tin=0°C e Tout=5°C
    fluido secondario: Acqua con Tin=25 e Tout=incognita.
    Per entrambi il professore mi ha consigliato di usare scambiatori a piastre.
    Tuttavia, non riesco a procedere, perchè su internet, nei vari cataloghi che ho visionato (di scambiatori a piastre), non sono riuscito a trovare alcun valore indicativo per il coefficiente globale di scambio, che è l’unico dato che mi manca per poter procedere con i calcoli.
    Gentilmente, chiedo a lei un consiglio, per uscire da questo stallo.
    Grazie.

  24. Buonasera. Sono uno studente in ingegneria energetica. Avrei una domanda da porle. Devo dimensionare gli scambiatori di calore di un ciclo frigo a cascata con quattro cicli: i due cicli top sono ad ammoniaca, mentre i due bottom ad etano. Il ciclo frigo mi serve per liquefare la co2. Ho tutte le potenze termiche ovviamente e le temperature del ciclo. Intanto volevo chiederle se per questo tipo di impianto si devono usare scambiatori a piastre. Poi cercavo dei valori coerenti per quanto riguardo il coefficiente globale di scambio termico.
    Grazie mille in anticipo per la sua disponibilità.
    Cordialmente
    Francesco

  25. Buongiorno,
    Dovrei scegliere uno scambiatore di calore ad olio diatermico come sorgente calda per un impianto ORC.
    Il fluido di lavoro per il Ciclo Rankine è l’ “R245FA” con una portata di 1,5 kg/s, Pmax di 8 bar , Temperatura entrata/uscita nello scambiatore di calore di 30°C/120°C per una Potenza Termica di 400 kW.
    L’olio diatermico usato è una miscela di isomeri di “dibenzitoluene” con Temperatura entrata/uscita di 300°C/220°C, calore specifico medio di circa 2,5 kJ/kg*K e una portata di 2 kg/s.
    In questo caso è indicato uno scambiatore di calore a piastre?
    E’ possibile richiedere un preventivo o saprebbe indicarmi orientativamente,gentilmente, i costi di questa macchina?

    Saluti

    Alessandro

  26. Buongiorno,
    il dubbio è proprio questo, si dovrebbe verificare se la ventilazione attuale possa reggere anche la presenza di uno scambiatore in serie, per recuperare il calore della stufa a pellet.

  27. La pompa di calore è il mio attuale riscaldamento ed è dimensionata per riscaldare (male :-)) una casa di circa 200mq (la canalizzazione è presente in tutte le stanze). Credo che se era sufficiente a spingere l’aria in tutte le stanze prima dovrebbe esserlo anche ora. Giusto? o non ho capito bene i suoi dubbi Valter?

  28. Buongiorno Alessandra,
    immagino che il suo conoscente pensasse ad uno scambiatore acqua calda proveniente dalla stufa, aria ambiente.
    Non so se le ventole della pompa di calore siano sufficienti per veicolare l’aria anche attraverso lo scambiatore.
    Dovrebbe verificare questo prima di fare modifiche al suo impianto, altrimenti rischia di ritrovarsi anche la pompa di calore che non riesce a far ricircolare l’aria.

Scrivi una risposta

*