Peculiarità costruttive degli scambiatori saldobrasati per refrigerazione a CO2

Cosa rende tanto speciali gli scambiatori a piastre saldobrasati per applicazioni di refrigerazione a CO2? All’apparenza sono del tutto simili a tradizionali scambiatori a piastre saldobrasati.

La differenza inizia già a notarsi dal peso allorché se ne prende uno in mano, ed è dovuta a ragioni di tipo costruttivo. La differenza di peso è infatti legata al particolare ciclo di saldobrasatura che consente allo scambiatore di resistere a pressioni di lavoro alquanto elevate, che nelle applicazioni di refrigerazione con CO2 possono arrivare fino a 140 bar. Livelli di pressione quindi davvero notevoli.

Altra differenza concerne quindi le connessioni, che dal di fuori appaiono come normali connessioni filettate esternamente. Ma guardando con maggior attenzione, da vicino mostrano un’altra parte interna, ovvero una connessione a saldare. Sono connessioni combi, ovvero di tipo combinato, dove la filettatura esterna può essere utilizzata per acqua o soluzione incongelabile, mentre internamente la connessione a saldare ha diametri standard tipici delle applicazioni legate alla refrigerazione.

 

 

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